Miracolo a Milano

Mart - Museo di Arte contemporanea di Trento e Rovereto

inaugurazione, venerdì 24 maggio, ore 18

MIRACOLO A MILANO. Passione. 12 progetto per l’arte italiana

MART - Museo d'arte contemporanea di Trento e Rovereto

Corso Bettini 43 - 38068 Rovereto (TN)
Infoline 800 397760

MIRACOLO A MILANO. Passione. 12 progetto per l’arte italiana

a cura di Daniela Ferrari e Denis Isaia, in collaborazione con Fondazione VAF.

"Se ogni passione confina con il caos, quella del collezionista confina però con il caos dei ricordi." (Walter Benjamin)

Al Mart di Rovereto, la grande storia d’amore della Fondazione VAF per l’arte italiana. Una Passione che attraversa tutto il Novecento e ne descrive le tendenze in modo libero e antidogmatico. In mostra oltre 250 opere tra cui capolavori dei maggiori maestri moderni e contemporanei. Dal 23 febbraio all’8 settembre la mostra non sarà mai la stessa.

Miracolo a Milano

Durante gli anni Trenta, Milano cova nell’attività della galleria Il Milione e nelle continue interazioni con l’architettura un forte tessuto culturale che con la caduta del Fascismo troverà spazi di realizzazione e nuove ambizioni. Ne sono protagonisti fra gli altri Lucio Fontana, Fausto Melotti, Luciano Baldessari, Figini Pollini. Sotto la loro ala e grazie all’esplosione dell’industria editoriale, cresce una folta schiera di artisti che, fra il bar Jamaica, la latteria delle sorelle Pirovini, le testate di quotidiani e riviste (Avanti!, Italia, Le Arti, Domus) e le gallerie (Gian Ferrari, Naviglio, Apollinaire, Ariete, Schwarz, etc) fa sentire la propria voce. Si chiamano Emilio Tadini, Vincenzo Agnetti, Gianni Dova, Roberto Crippa, Giuseppe Guerreschi, Rodolfo Aricò, Ettore Sordini, Arnaldo e Giò Pomodoro, Piero Manzoni, Emilio Scanavino, Valentino Vago, Dadamaino, Agostino Bonalumi, Enrico Castellani, Gianni Colombo…

La mostra prende le mosse dai primi segnali che lungo gli anni Trenta e Quaranta raccontano l’avvicinarsi di una nuova stagione artistica. In questa chiave il progetto dedica particolare attenzione alle interazioni fra arte e architettura appoggiandosi ai fondi archivistici presenti al Mart (Baldessari, Figini e Pollini). Dopo questa introduzione, l’esposizione si inoltra negli anni Cinquanta, restituendo l’eterogeneità di un linguaggio alla ricerca del proprio futuro e per questo in costante tensione.

 

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